SCIROPPO LIQUIDO A 70%

SCIROPPO LIQUIDO A 70%

Preparato per bagne già pronto, aggiungere solo acqua e gli aromi

Sciroppo liquido a 70% si intende uno sciroppo fatto con il 70% di zucchero e il 30% di acqua.
Ogni qual volta che lo usate, va aggiunto pari peso di acqua e poi gli aromi.

700gr.di zucchero
300gr.di acqua

Versate l’acqua in una pentola e unite lo zucchero, fate sciogliere lo zucchero a fiamma moderata.
Fate raffreddare molto bene e travasate in una bottiglia di vetro.
Conservare in dispensa a temperatura ambiente.

Avrete la bagna pronta senza dover scaldare acqua e zucchero tutte le volte.

OTTIMA BAGNA DA PASTICCERIA

OTTIMA BAGNA DA PASTICCERIA

Questa bagna e ottima per inzuppare tutto ciò che volete, adatta per bambini.

Scorza di mezzo limone
Scorza di mezza arancia
Stecca di vaniglia
500gr.di acqua
250gr.di zucchero

Portare tutto a bollore, sciogliendo lo zucchero per 15 minuti.
Filtrate il tutto e fate raffreddare.

Conservare in una bottiglia di vetro a temperatura ambiente.

BAGNA AL COINTREAU

BAGNA AL COINTREAU

1kg.di zucchero
2 litri di acqua
40gr.di cannella in stecca
2 bacche di vaniglia
10gr.di rum
40gr.di cointreau

Bollite tutto tranne i liquori, per 30 minuti.
Lasciate raffreddare in un contenitore chiuso, altrimenti disperdete i profumi degli aromi.
Filtrate tutto e unite i liquori, agitate bene e conservate in bottiglia di vetro a temperatura ambiente.

Come vedete le dosi sono tante, ma vi do la possibilita di farla una volta e conservarla, altrimenti dimezzate le dose sempre rispettando l’equilibrio del dosaggio.

BAGNA AL CAFFE ALCOLICA

BAGNA AL CAFFE ALCOLICA

Questa e un ottima bagna per la preparazione del tiramisu’

500gr.di acqua
300gr.di zucchero
30gr.di caffe solubile
200gr.di liquore al caffe

Fate uno sciroppo a caldo con l’acqua e zucchero, poi fate sciogliere il caffe solubile e fate raffreddare.
unite il liquore da fredda.

BAGNA AL CAFFE’

BAGNA AL CAFFE’

Vi do due scelte per realizzare un ottima bagna al caffe professionale.

900gr.di acqua
270gr.di zucchero
15gr.di caffe solubile
60gr.di caffe in polvere

Portare a bollore l’acqua, zucchero e i caffe.
Spegnete il fuoco e lasciate tutto in fusione per 15 minuti coperto.
Filtrate con un colino fine.

La seconda:

90gr.di zucchero liquido a 70%
200gr.di caffe espresso forte
10gr.di caffe solubile

Fate sciogliere il caffe solubile nel caffe espresso ancora caldo, fate raffreddare e unitelo allo zucchero liquido.

Semplice?

BAGNA AL CACAO

300gr.di acqua
300gr.di zucchero
200gr.di sciroppo di glucosio
30gr.di cacao amaro

Fate semplicemente bollire tutto.
Piu facile di cosi!!!!

Ora potete bagnare le vostre preparazione con una bagna un po diversa .

IL CONO DI CARTA

MATERIALE
1 foglio di carta da forno 30 cm x 40 cm
Tortini dal cuore caldo
Prendete il foglio di carta e posizionatelo su un piano di lavoro comodo.
Tortini dal cuore caldo
Piegatelo a metà e pressate ben il lato unito
Tortini dal cuore caldo
Aiutandovi con un coltello a lama liscia tagliate il foglio a metà.
Tortini dal cuore caldo
Prendete il lato in basso a destra e piegate il foglio in modo da porre in posizione parallela sia i lati orizzontali che quelli verticali.
Tortini dal cuore caldo
In tal modo ottenete quelle che io chiamo le due montagne.
 Tortini dal cuore caldo
Sempre con il coltello praticate un altro taglio sul lato unito, avendo cura di ottenere un taglio netto.
Tortini dal cuore caldo
Posizionate il cartoccetto come nella foto con l’angolo tagliato verso l’alto.
Tortini dal cuore caldo
Prendete il lato tagliato nella mano destra posizionando il pollice in posizione esterna.
Tortini dal cuore caldo
Con la mano sinistra prendete l’altro angolo del cartoccetto e cominciate a ruotarlo intorno alla mano destra.
Tortini dal cuore caldo
Continuate a ruotare con la mano sinistra tenendo ferma la destra.
Tortini dal cuore caldo
Nel ruotare, stringete bene la punta del vostro cartoccetto.
Tortini dal cuore caldo
Quando avete fatto il giro completo, controllate che la punta sia ben chiusa: sarete dopo voi a tagliare la punta in base alla grandezza che vi sarà necessaria.
Tortini dal cuore caldo
A questo punto sfilate il cartoccetto dalla mano destra e passatelo nella sinistra.
Tortini dal cuore caldo
Procedete con la chiusura del cartoccetto piegando all’interno i due lati del triangolo posizionati in alto.
Tortini dal cuore caldo
Mentre piegate i lati controllate sempre che il cartoccetto abbia la punta ben chiusa.
Tortini dal cuore caldo
Questo è il cartoccetto finito.
I primi non vi verranno benissimo, ma non rinunciate: con un po’ di pratica diventerete bravissimi!!!

GLI ADDENSANTI

 

Gli addensanti degli additivi, cioè sostanze prive di valore nutritivo, che vengono aggiunte ad alimenti per conservarne determinate caratteristiche chimiche, ma non solo, alcuni determinano anche l’aspetto, sapori e consistenze.
Tutti gli addensanti sono degli idrocolloidi cioè assorbono acqua formando poi una sostanza gelatinosa o collosa.
Quindi se inseriti in un liquido non si sciolgono ne si dissolvono formando una soluzione come il sale o lo zucchero, ma catturano l’acqua fino a rendere il liquido viscoso.

Gli idrocolloidi si dividono in : polissacaridi, galattomannani ( guar, carrube ecc.), poi ci sono I carbosimetilcellulosa come alginati, carragenine, xanthani, CMC, MHPC, MC, amidi, agar-agar, e gelatine animali.

Tra gli idrocolloidi di natura animale troviamo la gelatina, molto usata in pasticceria, poi ci sono quelli vegeteli naturali come gli amidi che sono estratti da riso, mais e farina o da patate come la fecola, poi abbiamo quelli che derivano dalla frutta come la pectina e poi quelle che vengono estratti da alghe come l’agar-agar o la carragenina.
CARRAGENINA E AGAR-AGAR
Questi due addensanti sono meno diffusi nell’ambito della pasticceria, solo da poco si incomincia ad usare spesso l’agar-agar.
La carragenina e impiegata sia a freddo sia a caldo e viene usati in pasticceria e in gelateria.
E un estratto naturale da alghe marine rosse, il suo nome prende origine da Carraghen, la localita` dove venivano raccolte secoli fa`.

Si distinguono in tre tipi: Carragenina Lambda, Kappa e jota. La prima e molto solubile in acqua e latte freddo ed e la sua funzione e di solo addensamento, la seconda e solubile a caldo a temperature di circa 70°c. La sua funzione e di formare gel solidi reversibili a raffreddamento e tende a rilasciare acqua, se viene utilizzata insieme alla farina di carruba si ha una diminuzione della perdita di acqua e si ottengono gel più elastici, ma se viene unita a sali di potassio il suo potere gelificante aumenta al contrario con sali di sodio.

Infine la Jota e solubile a caldo e permette una gelificazione più soffice e cremosa.
In breve la Carragenina e uno stabilizzante molto potente ed efficace con un dosaggio basso e sufficente ad dare risultati di struttura desiderati.
Essa interagisce con le proteine come la caseina del latte e gelatina animale formando complessi stabili, ma la sua azione viene annullata quando il PH della soluzione è al di sopra o al di sotto del punto isoelettrico della proteina.
La carragenina e solitamente usata nei prodotti a base di latte, proprio perchè agisce con le proteine del latte.
Viene venduta in forma di polvere e viene utilizzata miscelata con lo zucchero, onde evitare grumi prima di versarla nel latte bollente. Può essere miscelata con amido per la preparazione di budini.
Tutte le Carragenine raggiungono il grado ideale di viscosità rapidamente, sono stabili alla pastorizzazione e alla sterilizzazione ma poco stabili a PH acido.
L’AGAR-AGAR
Viene estratta da alghe rosse del tipo Gelidium e Graciloria, le prime sono più gelificanti.
E solubile solo all’ebollizione e gelifica a concentrazione di 0,25-0,3 a 30°c.
E un gel termoreversibile nel senso che si può riutilizzare ma bisogna raggiungere la temperatura di almeno 80°c per liquefarla.

L’agar-agar non è molto conosciuta e usata, si utilizza nelle preparazione dove i sapori del prodotto non rischia di alterarsi se si raggiungono temperature elevate.

GLI AMIDI
Si dividono in amidi naturali e modificati.
Essi sono costituiti da lunghe catene lineari (amilosio) o ramificate (amilopectina). Gli amidi con un’elevata presenza di amilosio tendono a retrogradare (l’amilosio forma facilmente aggregazioni in soluzione dando luogo a un precipitato – sostanza solida insolubile – questo fenomeno è conosciuto come retrogradazione) nel prodotto finito favorendo la sineresi (rilascio di acqua). Quelli che hanno un contenuto più elevato di amilopectina, invece, sono più stabili. Gli amidi modificati subiscono una modificazione chimica (reticolazione, ovvero reazione chimica che, stabilendo legami trasversali tra le molecole filiformi di un polimero lineare, lo trasforma in un polimero reticolato, rendendolo insolubile e non fusibile, privandolo di plasticità e conferendogli durezza e rigidità; l’esterificazione è un processo secondo cui un acido mediante trattamento con alcool viene trasformato in estere, ovvero un composto organico che si ottiene per condensazione di un acido con alcol con eliminazione di acqua) che li rendono più stabili alla retrogradazione. Esistono degli amidi modificati gelatinizzati che si possono utilizzare a freddo e vengono per lo più impiegati nelle miscele per creme pronte all’uso. Essi sono classificati nella lista degli additivi e la sigla è determinata in base al tipo di reagente chimico con cui viene trattato l’amido affinché assuma determinate proprietà. Esistono anche amidi modificati non gelatinizzati, che non sono solubili a freddo, ma hanno bisogno di raggiungere determinate temperature, subendo cottura o una blanda pastorizzazione, per svolgere la loro funzione addensante.
Si distinguono in amidi di cereali da quelli di tubero. La prima categoria si ricavano da riso, frumento e mais, la seconda da patate come la fecola di patate e quella di manioca ( dal frutto della tapioca ). Per ottenere una struttura gelificata si impiegano amidi nativi come per esempio quello di mais, poiché è necessario cuocere il prodotto e successivamente raffreddarlo in frigorifero: l’azione della temperatura (il caldo prima e il freddo successivamente) favorisce la gelificazione del prodotto. Per strutture più cremose si usano preferibilmente amidi modificati, affinché si possa retrogradare a struttura gelificata, mantenendo nello stesso tempo cremosità, anche durante la fase di cottura, e viscosità.
Le temperature di gelificazione sono differenti , per esempio la fecola di patate gelifica a temperature minori rispetto agli altri amidi, infatti varia dai 62° ai 68°c. Poi si sale a 75°c per l’amido di mais, leggermente sopra gli 80°c per quello di riso e a 85° quello di frumento.
Ovviamente nella scelta dell’amido più adatto alle diverse applicazioni, bisognerà tenere in considerazione le temperature raggiunte per ogni specifica ricetta. Se nella formulazione occorre, per esempio, il cinque per cento di amido, ma non si hanno le condizioni di temperatura che fanno cuocere l’amido in questione, questo rimarrà in parte crudo e le sue potenzialità addensanti non saranno sfruttate al massimo.
Quindi fate attenzione nel usare i vari amidi, che se non raggiunte le temperature necessarie, l’amido in questione rimarrà in parte crudo con un retrogusto sgradevole e le sue potenzialità di addensare non saranno al massimo.
Gli amidi modificati agiscono a temperature leggermente più basse, intorno ai 70°-72°C (a volte anche a freddo) e possono anche essere sottoposti a stress meccanici che amidi nativi possono non sopportare. È bene, quindi, conoscere in partenza il processo cui verrà sottoposto l’amido, ovvero se si pastorizza o si sterilizza, qual è il pH della soluzione e lo strumento meccanico impiegato per amalgamare la massa (minipimer, frullino, ecc.) per scegliere il prodotto adatto.
LA GELATINA O COLLA DI PESCE
E una gelatina molto versatile, e in grado di gelatinizzare, addensare, condensare, stabilizzare, legare acqua ed emulsionante.
E l’unica ad raggruppare tutte queste caratteristiche. E una proteina derivante da animale sopratutto da bovini e suini ( pelle e ossa ) e ricca di proteine quasi il 90% e circa il 2% di sali minerali e il resto e acqua.
Non contiene né conservanti né additivi è priva di colesterolo e di purine.
Si distingue da gelatina di tipo B ricavata da bovini e ha un punto isoelettrico a PH 4.8-5.2 e poi quella di tipo A ricavata da suini con un punto isoelettrico a PH 7.5-9.4.
Il punto isoelettrico è il punto in cui ai PH suddetti, le cariche negative e positive si bilanciano ed è estremamente delicato in quanto, in questo intervallo, può avvenire la precipitazione delle proteine e l’annullamento del potere gelificante.
Per prodotti più acidi si consiglia quindi la gelatina di tipo A, quella di tipo B e consigliata per prodotti meno acidi.
Esistono gelatine termoreversibile che si formano tramite il raffreddamento di una soluzione calda, in questo caso la gelatina può essere nuovamente sciolta e riutilizzata.
La si trova in forma di fogli, in granuli e in polvere, la più diffusa e quella in fogli fatta ammorbidire in acqua fredda assorbendo un massimo di acqua di cinque volte il suo peso e poi sciolta nel liquido caldo ( la dose media e di 25-30g su litro di liquido, ma dipende sempre dal tipo di ricetta ).
Quella in polvere deve essere messa in acqua a temperatura ambiente per circa 30-40 minuti, in questo modo il granulo di gelatina assorbe acqua e avviene un rigonfiamento. Poi viene sciolta a bagnomaria e successivamente aggiunta al liquido caldo.
Il rigonfiamento deve raggiungere il 70-80% del volume iniziale, più si rigonfia, meno difficoltà si avrà nella successiva, fase di scioglimento.
La gelatina è solubile in acqua calda a 50-60°c, la proprietà fisica più importante della gelatina e il valore Bloom, che viene espresso in gradi.
Esso varia tra i 50 e i 300 e indica la solidità e la forza gelificante della gelatina.
Quanto più elevato è il valore di Bloom, tanto maggiore sarà la forza gelificante del prodotto, quelle con valore di Bloom alto sono le migliori.
In pasticceria si usano spesso quelle che variano dai 180-ai 250 gradi,( varietà oro ).
LA PECTINA

La pectina è un carboidrato purificato ottenuto mediante estrazione acida acquosa su tessuti vegetali (scorze di agrumi e/o mele) che, in determinate condizioni, origina un gel. Tutte le piante verdi contengono sostanze pectiche che, in combinazione con la cellulosa (costituente principale delle piante), sono responsabili della struttura della frutta e dei vegetali. Il contenuto di pectina varia da frutto a frutto: ne contengono un’alta percentuale le mele e gli agrumi. Dalle scorze di limone si ricava una pectina con ottime caratteristiche, così come dalle scorze delle mele, che tendenzialmente si presenta di colore più scuro. L’estrazione della pectina si effettua con acqua calda acidificata a temperature controllate. Si tratta di una fase molto importante perché determina la qualità del prodotto. All’estrazione seguono la purificazione, la precipitazione o coagulazione al liquido di estrazione e la de-esterificazione o metossilazione (la pectina è essenzialmente costituita da acido poligalatturonico parzialmente metossilato ed è normalmente classificata in base al suo grado di esterificazione). Il grado di metossilazione (metossilico = detto del radicale -OCH3 che si ottiene dall’alcol metilico per eliminazione di un atomo di idrogeno) è il rapporto tra i gruppi metossilati e quelli di acidi liberi presenti sulla catena molecolare della pectina. Si tratta di un rapporto molto importante (definito D.M.) poiché influenza la capacità di formazione del gel (quindi il suo potere gelificante). Esistono tanti tipi di pectine che sono raggruppate sotto due grandi gruppi basati proprio sul rapporto D.M.: pectine HM (high methoxyl = alto metossile) reagiscono a un intervallo di pH ben definito e con un alto tenore di zucchero. La loro gelificazione è più o meno rapida a seconda del grado di metossilazione. Sono per lo più impiegate in confetture con alto estratto secco e di contenuto zuccherino, nonché in ambiente acido. Garantiscono una perfetta distribuzione della frutta nella gelatina e un ottimo rilascio degli aromi. Queste pectine non sono reversibili con la temperatura, ovvero tamponate: una volta utilizzate anche se vengono riscaldate non si sciolgono più. Le pectine LM (low methoxyl), a basso metossile, gelificano con la sola presenza di un sale bi-polivalente (generalmente un sale di calcio). Le pectine LM possono anche essere amidate (ammidiche), ottenute per blanda idrolisi in ambiente alcalino di una pectina HM. Le pectine LM sono reversibili o non tamponate con la temperatura: se sciolte e riscaldate in acqua sono riutilizzabili più volte. Le pectine a basso metossile si usano per prodotti a base di frutta con basso contenuto in zuccheri, quelle a basso metossile semplici conferiscono soprattutto cremosità al prodotto, quelle amidate sono maggiormente gelificanti. Le pectine a basso metossile sono impiegate nella produzione di particolari confetture o passate di frutta che devono resistere alla cottura in forno, senza diventare troppo scure o formare sineresi. La pectina è un prodotto naturale che si utilizza per lo più in produzioni a base di frutta. Ogni frutto e applicazione ha una pectina più indicata. Tuttavia, soprattutto per gli operatori artigiani, sia per il difficile reperimento di piccoli quantitativi sia per la poca conoscenza e la conseguente scarsa capacità di utilizzo, è stata ideata una pectina “universale” (NH), ovvero una miscela di pectine in grado di coprire i diversi usi. All’interno dei due grandi gruppi le pectine si suddividono in piccole (o rapide), medie e lunghe (lente), che a loro volta si dividono in lineari a ramificate. Per prodotti che si devono rapprendere velocemente si utilizzano pectine rapide (per esempio le gelatine). Per questo tipo di produzione si utilizzano pectine tamponate. Quella lenta è ideale per le confetture di frutta da forno e per frutta non acida. Una pectina lineare lunga dà origine a prodotti particolarmente morbidi e piacevoli al palato; per prodotti più duri si impiegano, invece, pectine ramificate corte. Un aspetto da tenere in considerazione nell’utilizzo delle pectine è l’acidità dell’ambiente in cui si lavorano. Per attivarsi le pectine hanno infatti bisogno di un pH 3.3; per raggiungere tale valore basta aggiungere del limone o una miscela di acido citrico e acqua. La pectina, oltre a gelificare i prodotti, è anche in grado di conferire una certa cremosità. Si usa in tutti quei prodotti, generalmente a base di frutta, che vengono cotti; la pectina, una volta miscelata con dello zucchero e sciolta in acqua, va incorporata alla frutta in fase di ebollizione. Per ottenere un prodotto edibile, cremoso e che non perda acqua, bisogna raggiungere almeno i 103°-104°C o 73°-75° Brix, a questo punto, una volta verificato il pH (3.3) potrò rimuovere il prodotto dal fuoco. L’azione gelificante della pectina si noterà a raffreddamento avvenuto.

CREARE UNA CREMA

Le creme sono sicuramente un elemento importantissimo in pasticceria, e si dividono in creme all’uovo, crema pasticcera, crema inglese e quelle al burro.
Tutte queste creme si possono usare sia come base o combinate con altri ingredienti, come Colla di pesce, panna, cioccolato, meringa, frutta e paste.
Una buona crema si distingue avendo una buona consistenza ma sopratutto deve essere lucente e liscia, diffidate se non hanno queste caratteristiche, in tal caso sono creme mal realizzate e sopratutto vengono preparate con polveri e pochissimi tuorli.
Una perfetta riuscita di una crema conta molto gli amidi che si utilizzano, cioè dovete conoscere il loro punto di gelificazione che non devono superare quello di coagulazione delle uova.
Se usate un amido con potere di gelificazione superiore alla coagulazione delle uova, rischiate che làuovo coagulando inizierà a sprigionare un sapore di zolfo e una struttura granulosa, anche se cercando di rimediare in qualche modo, avrete comunque un sapore forte di uovo cotto.
Come creare una crema perfetta con diversi aromi, e sapori???
Le creme basi sono due, quella inglese e la pasticcera, poi da questi due prodotti nascono innumerevoli alternative di gusti e sapori, quindi partiamo anche noi da una crema di base per poi avere diverse alternative.
per saperne di più guardate: CREMA PASTICCERA

TIPOLOGIE DI CREME

CREMA AL BURRO

E una crema dalla struttura leggere e cremosa, ci sono diverse tipologie di creme al burro, quella classica usata sopratutto in America, e formata semplicemente da una montata di burro con zucchero a velo, che sinceramente a me non piace molto, ma ci sono creme realizzate con zucchero fondente, sciroppo di zucchero, crema inglese, crema pasticcera e pata a bombe

CREMA INGLESE

E una crema che al contrario della pasticcera, non ha amidi, ma solo latte/panna, zucchero e tuorli.
E una crema abbastanza complicata da preparare infatti e molto facile arrivare al coagulo dell’uovo, per questo si preferisce prepararla per i meno esperti a bagnomaria.

CREMA BAVARESE

Utilizzata spesso nelle torte moderne, essa e costituita da una base di crema inglese, anche se alcuni professionisti adottano la crema pasticcera, poi con aggiunte di un gusto a piacere, colla di pesce, e di panna montata.

CREMA MOUSSELINE

E una fantastica crema usata moltissimo nella piccola pasticceria, si realizza montando una dose di crema pasticcera con burro a pomata.
Le percentuali per realizzarle sono circa il 60% di crema pasticcera, 25-30% di burro, e un 10-15% di gusto in paste.

Tutte le creme del post sono da calcolare su un litro di latte !!!

CREME ALLA VANIGLIA

Questa e un sapore classico ma per farlo al meglio dovete utilizzare una bacca di vaniglia e lasciarla in fusione nel latte una notte e poi cuocere insieme e poi filtrate il latte prima di versarlo nei tuorli.

CANNELLA

la dose consigliata e di circa dai 25/35g in fusione nel latte per freddo per 24 ore, poi cuocere e filtrare

CAFFE

Si consiglia tra 80/100g di chicchi di caffe` leggermente tostati e tritati, lasciate in fusione nel latte freddo per 24 ore, poi cuocete come al solito e lasciate ancora in fusione nel latte caldo per 20 minuti e poi filtrate.

LIMONE

La dose da consigliare sempre per un litro di latte e 8/10g, procedere come quella al caffe.

ARANCIA

La dose e circa 12g e procedere come sopra.

CIOCCOLATO

La dose consigliata e di 120/150g e da inserire dopo la cottura della crema, cioe` a crema finita e in fase di raffreddamento, se utilizzate un cioccolato al latte o bianco, diminuite lo zucchero della ricetta di circa il 35/40%

PASTA DI CACAO PURA

Dose da utilizzare e di circa 80/90g e da aggiungere dopo la cottura della crema ed va emulsionata con un minipimer a immersione.

CACAO AMARO

Dose tra 40 e 60g da unire durante la cottura della crema per eliminare eventuali grumi.

PRALINATO

Dai 120 e 150g da inserire dopo la cottura della crema in fase di raffreddamento

CARAMELLO A SECCO

Dose dai 100 a 200g da inserire a inizio cottura, sostituendo la dose di zucchero della crema con il caramello.

LIQUORE A 50%

dose tra 50 e 60g da inserire dopo la cottura della crema e quando sara fredda

ALCOOL PURO

Non oltre i 30g da unire a crema fredda

PASTE DI NOCCIOLE O PISTACCHIO

Dose tra 100 e 130g dopo la cottura della crema e fatta raffreddare a 60°c e poi emulsionate bene con un minipimer ad immersione

LE MOUSSE

Si definiscono MOUSSE quelle masse che hanno una consistenza cremosa e leggera, che hanno come base di preparazione la MERINGA ITALIANA e  LA PATA A BOMBE, fatta eccezione per la mousse al cioccolato, che può essere realizzata anche senza di queste due basi, ma semplicemete cioccolato e panna montata.

La PATA A BOMBE che già conosciamo bene tutti, e costituita da uno sciroppo cotto a 121°c e versato su tuorli montati, usata in pasticceria per la realizzazione dei semifreddi e in questo caso anche per tutte le mousse alle CREME.
Ci sono anche professionisti che realizzano le mousse con crema inglese o crema pasticcera.

La MERINGA ITALIANA e costituita da uno sciroppo cotto a 121°c usato anche quasta per semifreddi e anche in questo caso per tutte le preparazioni di mousse alla FRUTTA

PREPARAZIONI DI ALCUNI ESEMPI  DI MOUSSE

MOUSSE ALLE CREME

Mousse al cioccolato senza basi semifredde

250gr. di panna liquida
250gr. di cioccolato
250gr. di panna montata

Scaldate la panna liquida, versatela sul cioccolato a pezzi o tritato e miscelate bene.
Fate leggermente intiepidire e unite la panna montata.

Mousse al cioccolato con pata a bombe

 
150gr. di pata-a-bombe
250gr.di cioccolato
500gr.di panna montata

Mousse al cioccolato con crema inglese

300g di crema inglese
430g di cioccolato
500g di panna montata 

MOUSSE ALLA FRUTTA


Qui dobbiamo dividerle in due categorie, quelle in frutta in SUCCHI e quelle in POLPE.

Mousse di frutta in succhi ( Arancia, limone, mandarino ecc.. )

250g di succo di frutta
350g di meringa italiana
450g di panna semimontata
20g di colla di pesce

Mousse di frutta in polpa (Fragole, lampone ecc.. )

350g di polpa
300g di meringa italiana
350g di panna semimontata
25g di colla di pesce

Naturalmente non vi ho dato le varie preparazioni perchè troverete le varie ricette nel blog.